Agriturismo Cella di Montalto è un’oasi di pace e benessere tra i colli dell’Oltrepò Pavese.
A gestire l’azienda agricola e il ristorante sono due entusiaste sorelle, Marcella e Simona, che abbiamo incontrato e che ci hanno raccontato la storia della loro attività e del legame forte che le lega alle tradizioni gastronomiche locali.
1. L’agnolotto è un piatto tipico dell’Oltrepò Pavese, quali sono le altre tradizioni enogastronomiche della zona e quanto hanno influito sulla sua proposta per il Palio?
Delle tradizioni enogastronomiche della zona fanno sicuramente parte i salumi dei quali siamo veramente fieri.
I nostri salumi (salame, coppa, pancetta) sono fatti con carne dei maiali allevati in azienda e con farine preparate da noi (mais, crusca e sali minerali)
2. Cosa caratterizza la vostra versione dell’agnolotto e cosa ritroviamo dentro quel piatto?
I nostri agnolotti , come per i salumi, sono preparati con carne dei nostri allevamenti ( vitelle piemontesi di circa 15 mesi).
La caratteristica dei nostri agnolotti è il ripieno, fatto esclusivamente con carne.
Si prepara prima lo stufato mettendo una buona dose di olio evo, cipolla, alloro, la carne viene poi rosolata e cotta per 5 ore aggiungendo un buon bonarda, sempre di nostra produzione.
Dopo di che alla carne si tolgono le parti più grasse e si macina aggiustandola di sale.
La pasta, fatta a mano, (1kg farina 00 e 12 uova intere, delle nostre galline) viene tirata sottile e uno ad uno si realizzano gli agnolotti.
È un lavoro lungo ed impegnativo ma ne vale la pena visto il risultato.
Il condimento è lo stesso ripieno, stemperato con un pochino di brodo.
Completiamo il piatto con una spolverata di parmigiano a stagionatura media, perchè non copra il sapore degli agnolotti.
3. Cosa vedete nel futuro dell’Oltrepò Pavese e quale pensate possa essere la chiave per il suo sviluppo e la sua crescita, in particolare per il settore enogastronomico?
Il futuro dell’Oltrepò sarà quello di mantenere saldi i legami con le nostre piccole tradizioni.
La gente deve venire da noi per cercare le piccole cose: la tipica “micca” del vecchio panettiere, il salame fatto in azienda, i piccoli produttori di formaggi di capra, i vini…
4. Pensate che un’iniziativa come il Palio dell’Agnolotto che riunisce ristoratori e realtà diverse del settore possa essere una buona occasione per fare sistema sul territorio?
L’esperienza del Palio è stata stimolante e divertente, è stata ed è una bella occasione per incontrare i colleghi.
Un pò di competizione è costruttiva, no?!
5. Il Palio dell’Agnolotto è un evento benefico oltre che una sfida gastronomica. Come vedete questo binomio?
Il fatto che sia un evento benefico è un ulteriore motivo per portarlo avanti, è uno stimolo importante per noi ristoratori e anche per i visitatori.